Mimmo
Locasciulli
Piano Piano
di Armando D'Agostino
Delicato, sospeso tra emozioni appena sussurrate e melodie leggere il nuovo
disco di Mimmo Locasciulli sorprende per la sua capacità di
fondere intensità ed assoluta leggerezza. A due anni di distanza dalla
raccolta Aria di famiglia esce questo nuovo, bellissimo lavoro composto da
undici brani (inediti) e due tracce nascoste. Una voce ricca e matura ci accompagna
attraverso le atmosfere più raffinate della canzone d'autore avvalendosi
quasi unicamente del contributo di un pianoforte. Piano piano è infatti
un lavoro interamente acustico volto a creare un'intimità ed una profondità
tali da giustificare pienamente l'approccio minimalista scelto per gli arrangiamenti.
Il cantautore abruzzese ha scelto di trasmettere le canzoni in modo diretto,
privo di ornamenti, per dar risalto all'eleganza dei testi ed al tappeto vellutato
che il suo strumento sa costruire. Accenni di batteria, violoncelli e fiati
leggerissimi completano insieme al contrabbasso di Greg Cohen la cornice
strumentale dell'opera; con estrema grazia si accomodano sullo sfondo e danno
corpo, senza però mai rubar la scena ai veri protagonisti di canzoni
nate per piano e voce. Scivolano dunque via morbide parole che raccontano
di malinconie, ricordi e nuove speranze d'amore, rivelando un artista particolarmente
ispirato e coinvolto in grado di dar un'anima sincera e piena ad ogni passaggio.
Difficile scegliere pezzi migliori di altri, dall'apertura saggiamente ottimista
di Un pò di tempo ancora alla struggente L'inverno ("Aiutami/
Segretamente aiutami/ Inventami/ Sarò come vorrai/ Accoglimi/ Semplicemente
prendimi/ Aspettami/ Per la mia strada cercami/ Ho una candela accesa/ E briciole
di pane/Mi riconoscerai così") e ancora la movimentata Piano piano
("Ma mi dicevo in fondo in fondo cosa vuoi/ Ti puoi creare un mondo a
parte/ Puoi costruirtelo a misura/ Ti basta solo un pianoforte/ E passa tutta
quanta la paura"). Con Locasciulli torniamo al cantautorato più
puro e poetico, fatto di un uomo solo davanti alle proprie paure, alle riflessioni
più ampie sulla realtà e sui sogni ed ovviamente all'amore;
ritroviamo temi ed atmosfere che non possono non ricordare De Gregori,
l'amico di sempre presente nel disco in veste di co-autore (di quella Olio
sull'acqua firmata Locasciulli-Ruggeri-De Gregori). Sono presenti nel
disco anche la versione italiana di Hotelsong, della band bernese Patent
Ochsner (col cantante della quale - Bune Huber - Locasciulli duetta
nella traccia nascosta) e una bellissima versione di Tu no (di Piero Ciampi).
Uno dei dischi migliori di un musicista di alto livello, rivolto a tutti quelli
che nella musica cercano davvero tracce di vita...
Ispirato
Musica Italiana.com 7 maggio 2004
CANTO
DI POETA
La canzone d'autore, seguendo
l'esempio di Mimmo Locasciulli
di Roberta Ruju
Proprio nel periodo in cui, giustamente, si celebrano le uscite
dei dischi di molte grandi star della musica italiana ed internazionale, sento
il dovere - oltre che il grande desiderio- di dedicare questo spazio a coloro
ai quali invece, pur avendo un indiscutibile talento e un forte amore per
la musica, non viene data dai media la stessa visibilità e non hanno,
perciò, la fortuna di essere conosciuti nella medesima maniera dal
grande pubblico.
In questi giorni mi sono resa conto che, oltre all'ottima musica che porta
la firma dei grandi nomi, c'è anche chi, in silenzio, ma con grande
talento, compone capolavori. La buona musica c'è, basta cercarla, ed
è così che ho avuto modo di conoscere un artista a troppi ancora
sconosciuto.
Il quale, pur avendo lavorato con personaggi noti e di vasta popolarità
come Francesco De Gregori ed Enrico Ruggeri, tra gli altri, ancora non ha
avuto la possibilità di brillare insieme a tutte le altre stelle del
cantautorato italiano. E che se ricevesse l'attenzione dovuta sarebbe sicuramente
una perla per la nostra musica. E' un cantautore amato per la sua speciale
capacità di esprimersi e scrivere i suoi testi con estrema sensibilità.
Stiamo parlando di Mimmo Locasciulli che sarebbe, a mio parere, in grado di
conquistare tutti quelli che hanno voglia di ascoltare della buona musica.
Buona musica che, per essere tale, non ha bisogno di accompagnarsi ad un nome
conosciuto che, come spesso accade, non è neanche una garanzia! Quella
di Mimmo Locasciulli è semplicemente la vera canzone d'autore nuda
e cruda. Questo poeta, e chi ascolterà i suoi testi capirà che
di poesia si tratta, racconta sensazioni e pensieri, memorie, aspetti della
vita quotidiana con una classe ed una sensibilità straordinarie.
Basti pensare al suo ultimo album "Piano piano", un disco quasi
totalmente acustico in cui la sua voce calda è accompagnata solamente
da un pianoforte e da strumenti rigorosamente acustici. Vanta inoltre la partecipazione
di un contrabbassista d'eccezione: Greg Cohen, oltre a DE Gregori e Ruggeri.
Mi rendo conto che non saranno certo queste righe a regalargli la visibilità
che merita, ma penso che chi avrà la pazienza di leggermi - e in seguito
la curiosità di ascoltare i suoi brani- capirà il perché
del mio interesse per il talentuoso cantautore. Locasciulli, è bene
ricordarlo- lavora duramente pur avendo come sua unica arma, oltre alle indiscutibili
capacità artistiche, l'amore incontrastato per la musica.
E' quello che conta davvero ed è per questo che mi auguro che ci sia
voglia, da parte di molti altri, di scoprire questo grande artista!
Radiocorriere TV- n. 18/ 2-9 Maggio 2004
MIMMO
LOCASCIULLI
Piano piano
HOBO
2004
di Mauro
Sassi
Prima
di scrivere del nuovo disco vorrei chiarire un punto che mi sta molto a cuore:
Mimmo Locasciulli è senza dubbio uno dei più grandi cantautori
italiani, di quelli da citare tra i migliori in assoluto, interprete ed autore
tra i più sensibili, una delle penne più ispirate che la canzone
italiana possa vantare, musicista capace e dotato che dal 1981 al 1983 ha
offerto la propria opera (su disco e in tour) al servizio di Francesco De
Gregori (ogni volta che ascoltate La donna cannone ricordatevi che
sono le dita di Mimmo che accarezzano i tasti, in quel dolcissimo giro di
pianoforte...), artista che ha dato alle stampe quindici album (più
una manciata di raccolte) in quasi sei lustri di carriera (siamo infatti "intorno
a trent'anni" dall'esordio discografico, avvenuto nel 1975 con Non
rimanere là). Un grande artista, dicevamo, che ha avuto un paio
di momenti in cui pareva assurgere alla massima popolarità, con gli
album Intorno ai trent'anni (1982) e Sognadoro (1983) e con
la partecipazione al Festival di Sanremo del 1985 con il brano Buona fortuna,
ma che poi, per scelta o per caso (o forse entrambi) è rimasto un po'
nel limbo di quei personaggi amati dalla critica e da quella fascia di pubblico
alla ricerca della qualità. Ed è proprio a questa che Locasciulli
ha sempre puntato, evitando il più possibile, dopo l'esperienza sanremese,
tutti i meccanismi dell'industria discografica, tutte le apparizioni "marchetta",
fondando una propria etichetta e rendendosi discografico per se stesso e per
altri (tra le sue produzioni vanno segnalati i nomi di Stefano Delacroix,
Goran Kuzminac, Giliola Cinquetti, Claudio Lolli, Roberto Kunstler ed Alessandro
Haber) e prendendosi grandi soddisfazioni sul palco del Club Tenco, prestigiosa
manifestazione a cui è stato invitato numerose volte. Impossibile non
citare brani come Confusi in un playback (scritto e cantato in coppia
con Enrico Ruggeri), Intorno a trent'anni, Cala la luna, Povero
me (scritto a quattro mani con De Gregori), Clandestina, Lo
zingaro, Piccola luce, Natalina, Stella di vetro o la recente
Aria di famiglia: tutti delicati affreschi di vita quasi sempre intrisi
di un velo di nostalgia, canzoni che sono senza tempo e che potrebbero essere
state scritte ieri come trent'anni fa, scevre dall'influsso di mode passeggere,
sempre suonate con finezza e sobrietà, figlie di un'enorme capacità
creativa e di una sensibilità estrema.
E siamo ai giorni nostri, giorni chiassosi e guerrafondai, giorni in cui l'apparire
è fondamentale e l'essere è relegato ad accessorio; in questi
giorni Mimmo dà alle stampe un nuovo lavoro che è un immenso
respiro poetico, un altro dei suoi capolavori fuori dal tempo, uno dei dischi
più belli in assoluto degli ultimi anni, nove brani inediti (più
un'azzeccatissima cover di Tu no di Piero Ciampi e la riuscitissima
versione italiana di Hotelsong dei Patent Ochsner) vestiti (anzi, svestiti)
da arrangiamenti totalmente acustici: tantissimo pianoforte, la complicità
del contrabbasso dell'amico Greg Cohen (superbo collaboratore, tra gli altri,
di Tom Waits, Bill Frisell, Dave Douglas, Laurie Anderson, Lou Reed, Randy
Newman ed Elvis Costello) e di un selezionato gruppo di fidati compagni di
viaggio (Massimo Buzzi e Stefano Parenti alla batteria e alle percussioni,
Massimo Fumanti e Gianni Delconte alle chitarre acustiche, Giovanna Famulari
e Fabrizio Fabiano al violoncello, Matteo Locasciulli al contrabbasso, Michael
Applebaum al filicorno e alla tromba, Eric Daniel al clarinetto e al sax).
Il concetto dell'album è molto chiaro fin dal titolo, Piano piano:
un evidente riferimento al pianoforte, che fa da gentile padrone di casa,
ma anche all'atmosfera di serenità, un approccio delicato indispensabile
per chi ci rende partecipi dei propri appunti di memoria e ci invita a sfogliare
un album di ricordi, tra echi, racconti, volti e fotografie di vita quotidiana.
Locasciulli non suona più alla nostra porta, si limita ad inviarci,
in un respiro di vento, un invito ad andarlo a trovare: "Quando sarai
stanco di viaggiare... Quando sarai stanco di giocare la partita... Quando
sarai stanco di non vincere più niente... Quando sarai stanco di aspettare,
leggi le mie lettere e vienimi a cercare: vivo la mia vita tra i papaveri
e il grano, il cielo è trasparente, il mondo gira piano... Vienimi
a cercare, io ti aspetto qui" canta nella straordinaria Lettere
dalla riserva (quasi un manifesto del Locasciulli-pensiero) perchè
"C'è tempo, c'è tempo, c'è un po' di tempo ancora,
c'è tempo, c'è ancora tempo per ritrovarci qui" come
sottolinea nel brano d'apertura dell'album, la stupenda Un po' di tempo
ancora. Non si può dire che vi sia un brano trainante o uno che
funga da riempitivo: tutti i pezzi sono indispensabili alla meravigliosa riuscita
dell'album, che scorre dolce e fresco come un ruscello di montagna, creando
atmosfere ora surreali (Randagio, scritta con Enrico Ruggeri), poi
oniriche (L'interpretazione dei sogni), ora autobiografiche (Piano
piano), poi d'amore (L'inverno) passando per Vola vola vola,
bella canzone di libertà cantata in dialetto abruzzese, Olio sull'acqua,
magnifico brano scritto con De Gregori e Ruggeri e Vanina, ottimo brano
che fonde la storia della Vanina Vanini di Stendhal con quella di Vanina Abati,
protagonista del film La prima notte di quiete di Valerio Zurlini.
Chiudono quest'album (venduto al prezzo speciale di 15,45 euro) due bonus
tracks a sorpresa: la splendida Odor di maggio (scritta da Locasciulli
per l'album Tuttintorno del 1990 di Gigliola Cinquetti ed ora interpretata
dall'autore in versione acustica) e una diversa versione di Hotelsong
(cantata con Büne Huber e i suoi Patent Ochsner) già uscita a
luglio 2003 nei paesi di lingua tedesca su Cd singolo (abbinata a Natalina,
cantata in tedesco dalla band bernese).
In conclusione, un disco come non se ne sentiva da tempo: un altro capolavoro
firmato Mimmo Locasciulli, fatto col cuore, per gente di cuore.
www.connessionemusica.it - 24 Marzo 2004
Mimmo
Locasciulli
Il cantautore
al pianoforte per cinque canzoni
dal suo nuovo album Piano piano
di Paolo Gallori
A Live@Kataweb un ritorno che colpisce al cuore. Mimmo Locasciulli
dal vivo con cinque canzoni tratte dal suo nuovo album, Piano piano,
registrate in una speciale session al La Palma club di Roma. Un titolo che
è allo stesso tempo gioco di parole e dichiarazione d'intenti. Nel
quindicesimo lavoro del cantautore la canzone è protagonista assoluta
nella veste essenziale, intima e confidenziale di un'interpretazione per pianoforte
e voce. Rivelatrice la splendida "rendition" operata da Locasciulli
di una canzone di Piero Ciampi, Tu no, omaggio al cantautore genovese
e a una scuola di pensiero rigorosa.
Ma non è solo canzone: Mimmo chiede apertamente di rallentare fin quasi
a fermarsi, per guardarsi intorno, dietro, dentro. E di respirare Piano
piano, prima di affrontare "grandi cambiamenti". E se il presente
non piace, invita a raggiungerlo nella sua "riserva". "Vivo
la mia vita tra i papaveri e il grano, il cielo è trasparente, il mondo
gira piano...Sentirai l'odore della primavera esuoni campane tra gli echi
della sera, e conterai le stelle nella notte senza luna...Vienimi a cercare,
io ti aspetto qui"
Sono versi da Lettere dalla riserva, canzone che apre
Live@Kataweb e chiude il disco (seguita da due bonus tracks), esprimendo in
poesia la dimensione in cui Mimmo Locasciulli ha costruito pezzo per pezzo
il suo Piano piano: lontano dall'usa e getta radiofonico, in volontario
isolamento dalle fragili tendenze, ragionando su pochi ma sicuri punti di
riferimento.
Il risultato - 11 tracce più i due extra - è il frutto di due
anni di riflessioni, pensieri, ricordi, intuizioni. E amicizie, a cominciare
dal rinnovato sodalizio con il contrabbassista Greg Cohen, musicista e consulente
di Tom Waits conosciuto nell'87, quando Mimmo aprì il concerto dello
straordinario cantautore americano al Premio Tenco. Locasciulli ritrova Enrico
Ruggeri, con cui firma il suggestivo valzer Randagio e assieme al quale
aspetta Francesco De Gregori per la scrittura di Olio sull'acqua, canzone
d'amore importante, che reca impresse, perfettamente riconoscibili, le "stimmate"
dei tre autori.
Allo struggente acquerello di Locasciulli aggiungono suggestive e mai invadenti
pennellate Michael Applebaum (flicorno nell'introduttiva Un po' di tempo
ancora e ne L'inverno, cornetta nella onirica L'interpretazione
dei sogni), Eric Daniel (clarinetto nelle memorie riminesi di Vanina
e sax - tenore e soprano - in Tu no).
Ultima collaborazione di una lunga storia di incontri quella con Büne
Huber. Assieme al leader dei bernesi Patent Ochsner, nel luglio del 2003 Mimmo
aveva cantato in un CD singolo destinato al mercato tedesco la sua Natalina
e la versione italiana di una canzone di Büne, Hotelsong. Brano,
quest'ultimo, che ritroviamo anche in Piano piano in due versioni:
in italiano, con Huber ai cori, e come bonus, Locasciulli piano e voce con
strofe nell'originale tedesco.
Vola Vola Vola è un tributo alle radici abbruzzesi cantato in
dialetto: "La vita è bella, però ci vo' fortuna...la
vita è amara, senza la libbertà...". E infine la titletrack,
Piano piano, che a dispetto del titolo è un vorticoso up-tempo
tutto al pianoforte, in cui Mimmo corre a perdifiato tra gli anni Sessanta
del boom economico e degli "angeli e diavoli", attraversa la "musica
ribelle" dei Settanta, con le sue "ragioni delle mafie e dello stato",
supera gli anni Ottanta della fuga nell'individuale, quando "ti puoi
creare un mondo a parte, puoi costruirtelo a misura, ti basta solo un pianoforte
e passa tutta quanta la paura...". E raggiunge l'oggi: "...ti
svegli e ci ripensi, e vedi un buco che non puoi riempire più, hai
solo immagini e ricordi un po' confusi di ciò che è stata la
tua bella gioventù".
Caro Mimmo, aver riempito quel "buco" con le tue canzoni è
già un buon motivo per non aver rimpianti.
www.kwmusica.kataweb.it - 9 marzo 2004
MIMMO LOCASCIULLI
Piano Piano
(Hobo/Sony Music)
di Antonio Ranalli
Un album essenzialmente acustico, che intende instaurare con
l'ascoltatore un rapporto intimo. Può essere definito così Piano
Piano, il nuovo lavoro di inediti di Mimmo Locasciulli. Rimasto l'unico
esponente di rilievo della scena cantautorale abruzzese, l'artista pone molta
attenzione alla tessitura musicale, dando molto spazio al pianoforte, e nello
stesso tempo evita di cadere nelle solite classificazioni di genere. A partire
da Un po' di tempo ancora, che apre l'album, Locasciulli sceglie una
strada un po' malinconica, intrisa di un fascino epico e senza tempo. Il contrabbasso
di Greg Cohen (storico collaboratore di Tom Waits) da il taglio e l'atmosfera
giusta a Olio sull'acqua, canzone scritta dal cantautore con gli amici
Francesco De Gregori ed Enrico Ruggeri (che firma anche Randagio) e
L'interpretazione dei sogni.
Hotelsong, presente in due versioni, è la riproposizione del
singolo uscito lo scorso anno e inciso insieme a Büne Huber, leader dei
Patent Oschner. Una nota a parte merita Vola vola vola, che rappresenta
un deciso richiamo alle radici abruzzesi dell'artista. Dal titolo di un celebre
canto popolare, Locasciulli trae spunto per costruire un brano inedito, che
si caratterizza per un testo efficace, supportato dall'accompagnamento di
pianoforte e fisarmonica. Il cantautore rende poi omaggio ad uno dei grandi
della nostra canzone d'autore, ovvero Piero Ciampi del quale viene proposta
Tu no (rifatta recentemente anche da Franco Simone). Due le bonus track:
una seconda versione con testo in italiano e tedesco della già citata
Hotelsong e Odor di maggio.
Voto:8
Perché: è un grande ritorno; un lavoro che sin dal titolo
ne rispecchia il contenuto.
Jam, numero 102, Marzo 2004
PIANO PIANO TRA I PIACERI DEL MONDO CON LOCASCIULLI
Mimmo Locasciulli
"Piano piano"
Hobo- Sony Music 2004
di Leon Ravasi
Come una buona bottiglia di vino. Rosso. Affinata in barrique, che, all'apertura,
diffonde nell'aria toni di velluto, suadenze e sapori di frutti rossi di bosco.
Come un bicchiere di vino da cullare delicatamente nella mano, osservando
gli archetti acuti che si disegnano sulla superficie del vetro ed aspettando
il diffondersi delle note più tenui, a completare un bouquet di aromi
di grande spessore. Come il primo sorso di questo rosso nettare che inizia
a scivolare nella tua bocca, stimola le ghiandole salivari, penetra nel naso
e poi, con delicatezza di felpa, scorre nella gola. Così, con tutti
questi sapori buoni, con tutte queste coccole per l'ascoltatore, con questa
sensazione di sapori per pochi, per chi li sa gustare, così si diffondono,
piano piano, le note di piano e la voce educata di Mimmo Locasciulli che,
attorno ai 50, firma un disco di incredibile e gentile morbidezza. "Piano
piano", per chi ancora vuole credere ai piaceri del mondo.
Mi dà quasi fastidio dover parlare così bene di un disco, ma
questa volta ne sono proprio costretto. Mi piace l'approccio scelto da Mimmo,
mi piace il titolo e il tema sotteso "Piano piano", ossia
pianoforte, ma anche voglia di rallentare i ritmi, di raccontare piccole storie
piano piano e ogni tanto quelle storie si intrecciano con quell'altra storia,
quella che si contraddistingue con la S maiuscola, ma sempre guardando le
cose da un'ottica personale. Con un sorriso a mezza bocca, a volte, con l'emozione
che rompe la voce qualche altra, ma sempre senza urlare e continuando a "buscar
el levante jendo par el ponente" come diceva Cristoforo Colombo che,
non a caso, è stato il primo a viaggiare in "direzione ostinata
e contraria".
Mimmo Locasciulli, come per altri versi, nello stesso tempo, Massimo Bubola,
sceglie una strada sussurrata, un modo pacato di essere contro, una musica
garbata, fatta di pochi, pochissimi strumenti: il suo piano, il contrabbasso
efficacissimo di Greg Cohen, la batteria usata con parsimonia solo in tre
brani su 12, qua e là la speziatura di un violoncello, di un flauto,
di un sax, di una tromba, di un clarinetto o una chitarra acustica, ma mai
messa a casaccio, sempre al posto giusto, nel momento in cui serve, come il
magnifico finale di sax di Eric Daniel in coda a "Tu no":
struggente! "Tu no", peraltro è di Piero Ciampi, ma
cantata con tanta partecipazione e sincerità che, se non avessi letto
i crediti sulla copertina del cd, non ci avrei mai creduto.
Mimmo sussurra le sue canzoni garbate, ma il suo sembra quasi un urlo, un'esplosione;
a fronte di una realtà tutta strillata abbiamo un cantautore che si
limita a suggerire che ci sono altri mezzi, altri modi e che così facendo
riesce ad arrivare molto più in profondità, a toccare corde
universali.
Sinceramente la critica più grossa che mi viene in mente è che
nel booklet, invero scarno, mancano i testi, ma è bastato andare sul
sito (www.mimmolocasciulli.com) per trovarli.
Il tono predominante è leggermente malinconico, anche se non mancano
le oasi per un sorriso. "Un po' di tempo" apre con un sussurro
il disco, sulle ali di un romantico flicorno, parlandoci di un amore forse
smarrito, forse perduto tra le pieghe del tempo, ma di tempo ce n'è
ancora "per ritrovarci qui". Un'altra valenza delle solide capacità
di scrittura di Locasciulli è che i suoi testi non appaiono mai come
poesie messe in musica, ma come canzoni. Sono state scritte per la musica,
con la musica, hanno la musica addosso ed è impossibile estirpargliela.
Sembra strano, ma, in alcuni casi, è un vero vantaggio. Non c'è
verso: senti Mimmo due volte e ricanti i suoi temi. Certo l'avanguardia non
abita qui. Sono tradizionali bellissime canzoni d'autore. Nulla di più.
"Randagio" è una di quelle oasi del sorriso di cui
parlavo prima: un ritmo di valzer musette, stranamente simile al vecchissimo
"Compleanno" di Francesco Guccini come musica e tanto diverso
come clima generale. Una canzone-sorriso.
"Hotelsong" nasce a sorpresa da una collaborazione di Locasciulli
con Bune Hubner (non so fare la dieresi!) e la Patent Ochsner di Berna. Il
"dottore" questa volta traduce solo il testo in italiano, ma la
resa del pezzo è stupefacente per adesione: ancora una volta sembra
un brano fatto proprio dall'interprete. Pregnante il ritornello dove la voce
di Mimmo viene doppiata da Bune.
"Inverno" è un classico brano del repertorio di Locasciulli.
Testo perfetto, musica adeguata, un piccolo momento di pura malinconia: "E
io sono pronto/ per grandi cambiamenti / vorrei parlarne ancora/ mi ascolterai?".
Ritorna il flicorno a duellare con il cello e i brividi dell'inverno ci salgono
dolci per la schiena. Musica di Guido Elle, di cui non so nulla.
"Olio sull'acqua" invece allinea il trio dei miracoli: come
dire i "Pelé-Didì-Vavà" della musica d'autore.
Mimmo Locasciulli, Francesco De Gregori e Enrico Ruggeri. Su un inciso che
ricorda un po' "Il cuoco di Salò", ma non in misura
fastidiosa si dipana una dolce canzone d'amore: "Come olio sull'acqua
/ sarò per te / aria nel fuoco e luce / Come olio sull'acqua sarò
per te / terra in mezzo al mare / Fiore in mezzo al sale". Volendo
giocare a riconoscere "la mano" di un autore o dell'altro (come
si faceva coi Beatles ai tempi in cui tutto era siglato Lennon & McCartney),
la prima strofa è De Gregori, la seconda Ruggeri e il ritornello Locasciulli.
Ci avrò azzeccato? Mah?
"Vanina" ci porta a scollinare oltre la soglia della metà
disco. Una delle banalità che la tradizione chiede al recensore è
che, a un certo punto, se ne esca con l'affermazione che "non ci sono
punti deboli nel disco". Questa è una delle rare volte che l'assunto
corrisponde a realtà. E' sempre inverno, c'è sempre la pioggia
e anche qualche lacrima (anzi, una "Donna del pianto"), ma il ritornello
è dolcezza che si spande su Rimini e dintorni, scenario appena abbozzato
per una pena d'amore.
"Piano piano" è forse il pezzo meno "piano"
del disco, il più vivace e giocoso, dove Locasciulli gioca al meglio
le carte della sua maturità. Una goduria dall'inizio alla fine! Solo
Mimmo al piano, ma gioca per sei. E il ritornello con quel suo lungo "Ooooh!
Solo pensieri nella testa/ echi lontani della festa / fotografie dentro un
cassetto / un po' di dolce dentro il piatto", doppiato dal suo fischio,
dalla sua voce in eco leggermente ritardato e un pazzesco anacronistico "doo-doo-doo-wap".
E pensare che fondamentalmente è un'autobiografia in musica che parte
dai "giorni degli angeli e dei diavoli" per passare a quelli
"della musica ribelle", "della vita che diventa più
pesante" ma "ti basta solo un pianoforte/ e passa tutta quanta
la paura" per finire con "giorno in cui ti svegli e ci ripensi/
e vedi un buco che non puoi riempire più". Ma senza un attimo
di tristezza, né di sosta: 4'22" di musica veloce come un treno
che attraversa la vita.
E subito dopo il ritmo rallenta ancora e si passa alla struggente "Tu
no" di Piero Ciampi. Resto annichilito e mi trovo senza aggettivi
da aggiungere. E' stata scritta 30 anni fa esatti e inghiottita dalle nebbie
della dimenticanza. Che non meritava. Grande spolvero da parte di Mimmo.
Altro "angolo del sorriso" con "L'interpretazione dei sogni"
dove "i figli sono diventati grandi/ i genitori si guardano stanchi"
ma … "socchiudo gli occhi e si è fatto mattino/ ma nella
mia stanza io non vedo nessuno".
E siamo a "Vola vola vola" pura canzone napoletana. Pare
Murolo, ma è puro Locasciulli. E' curioso che la tradizione napoletana
trova una sua rivitalizzazione con "Jetta 'a luna" del veronese
Massimo Bubola e con "Vola vola vola" del pescarese Mimmo
Locasciulli. "La vita è bella/ Ma serve la fortuna/ la vita
è doce / però ci vo' fortune / la vita è amare / senza
la libbertà". Una delle mie favorite.
Chiudono gli 11'32" in un'unica traccia che comprendono "Lettere
dalla riserva" e le due bonus track: "Odor di maggio"
e "Hotelsong" in una seconda versione, molto simile alla
prima anche se eseguita in solitario al piano e con la strofa finale nel tedesco
originale. Odor di maggio risale al 1990 e potrebbe essere un outtake
di "Tango dietro l'angolo", dove avrebbe comunque ben figurato.
Totalino 51'24" minuti di ottima musica. Che aspettate a comprarlo?
www.accordo.it - 13 febbraio 2004
IL MINIMALISMO
DI LOCASCIULLI
VIAGGIA TRA CIAMPI E RUGGERI
Mimmo Locasciulli Piano
piano (Hobo)
di
Cesare G. Romana
Probità e genuinità percorrono la lunga carriera
di Mimmo Locasciulli, medico e cantautore abruzzese, tanto refrattario alle
nequizie del grande mercato quanto fedele ad una personalissima cifra stilistica.
Nel nuovo album, non a caso, appare un tributo ad un altro grande talento
solitario, il Piero Ciampi accorato di Tu no, che Locasciulli reinventa
con struggente immedesimazione. Mentre sono Francesco De Gregori ed Enrico
Ruggeri - quest'ultimo coautore anche di Randagio - a firmare con lui
l'intensa Olio sull'acqua , e in vari brani suona il grande Greg Cohen,
bassista fidato di Tom Waits. Il disco fa onore al proprio titolo, Piano
piano, in quel suo muoversi tra sensazioni discrete, piccola quotidianità,
emozioni appartate, in una dimensione espressiva che è quella "dei
cuori randagi che battono un tempo speciale", nulla concedendo all'enfasi
o al birignao di moda.
E così anche la passione, la tristezza, la gioia, il sentimento e grato
della natura, la percezione della realtà e insieme il rifugiarsi nel
sogno rivivono come filtrati da una sorta di schiva dolcezza, di mite ironia
e comunque di pudica interiorità.
Il Giornale - 6 Febbraio 2004
Mimmo
Locasciulli
"Piano piano"
Un ritorno acustico con Ruggeri e De Gregori
di Andrea Silenzi
Un disco acustico, realizzato dal cantautore
abruzzese con l'aiuto del contrabbasista Greg Cohen (Tom Waits).
Spiccano la cover di Tu no di Piero Ciampi e un brano scritto con De
Gregori e Ruggeri (Olio sull'acqua), ma tutto il disco vive di atmosfere
soffuse, di echi di blues, di sfumature sofisticate. Locasciulli esalta la
canzone d'autore. Quella essenziale, diretta, carica di sentimenti.
Musica di Repubblica
- 5 Febbraio 2004