MIMMO LOCASCIULLI E GREG COHEN
di Alessia Pistolini

" Mimmo Locasciulli maneggia la forma canzone con rara maestria. Non è il caso di disperdere le energie alla ricerca di una originalità a tutti i costi, sgretolando i contorni per isolare gli elementi costitutivi (ritmo, armonia, melodia), oppure analizzando i testi con sguardo da letterato esigente. La sua grande capacità compositiva sta nel risultato globale, nell'assemblamento di questi elementi, nel perfezionismo con cui vengono lavorati: è l'attenzione riservata al suono delle parole, è il sapiente appoggio degli accenti, è la personalità di tocco sul pianoforte, è il calibrato uso dei timbri strumentali, è la delicatezza con cui i sentimenti e i momenti d vita vengono raccontati. Insomma un'elaborazione accurata dei suoni e delle parole che punta direttamente all'emozione, utilizzando le sonorità calde di jazz, blues e ragtime. Vederlo in concerto è un'esperienza da vivere. Per fortuna lui è in tour da diverso tempo, all'incirca da quando, lo scorso anno, è uscito il doppio CD Aria di famiglia che raccoglie parte della sua produzione riarrangiata e con l'aggiunta di alcuni splendidi inediti, a confermare la vitalità della vena creativa. Il tour prevede due diverse formazioni: una è la Band, con batteria, chitarre e tastiere; l'altra, molto ridotta e più sofisticata, è il duo Locasciulli-Cohen. Con questo celebre compagno di viaggio - già da molti anni al fianco di Tom Waits - Locasciulli ha una consuetudine di suoni e sguardi di intesa che sono ormai parte dello spettacolo: abbracciato al suo contrabbasso, gli occhi grandi e divertiti, Greg Cohen duetta con lui esaltandone i passaggi al pianoforte, e solo di rado emerge a mostrare al sua straordinaria abilità…"

L'isola che non c'era - novembre 2003

 

 


LOCASCIULLI, È DI SCENA LA MUSICA D'AUTORE
di Simona Rubeis

"…L'artista abruzzese si è esibito mercoledì sera al Club La Palma assieme a Greg Cohen, grande contrabbassista, arrangiatore e band leader di Tom Waits. Il duo affiatato e legato da un rapporto di lunga data, ha così chiuso la rassegna "Dolce vita Jazz Festival" che ha ospitato grandi nomi del panorama artistico internazionale.
Il clima è quello raccolto del piano bar, dove le canzoni non vengono accompagnate da gridolini di fan in visibilio, ma dal battito di mani di ascoltatori attenti alle sfumature proposte…Non c'è dubbio, le emozioni sono diverse - anche se non per questo meno forti - di quelle di un concerto con tanto di band. Ed in un'atmosfera semplice come quella del La Palma , non può non emergere con maggiore chiarezza la purezza della canzone, la maestria dell'esecuzione musicale.
In più Locasciulli è un'artista capace di creare un rapporto speciale con il suo pubblico, un filo rosso lungo il quale scorre un fluido intenso di emozioni e sensazioni.
Le sue sono storie dolci e delicate, che raccontano ricordi, desideri, vissuti personali. Ed ognuna viene supportata da una musica raffinata, caratterizzata da una classe che altrove è difficile trovare."

Roma One - 1 agosto 2003

 

 

LOCASCIULLI & GREG COHEN

CANZONI IN CONCERTO

di

Riccardo Rinetti

(1989)

 

Certi eventi nascono solo in maniera casuale, forti di uno spirito epico e di un briciolo di incoscienza. Forse perché i momenti più intensi sono anche i più spontanei ed arrivano senza premeditazione. Di solito tutto comincia in orari improbabili, complici il buio e un occasionale momento di calma. Di notte tutto si muove lentamente, il tempo rallenta ed invita alle confidenze più segrete. L’idea di un recitai a due, solo pianoforte e contrabbasso, a Locasciulli e Greg Cohen è venuta fuori in un’atmosfera così. In una stanza piccola, con poca luce e tanti ed che si rincorrono tra amplificatori e registratori. Escono le prime note, un po’ timide. Poi ci si lascia andare sempre di più, con Greg che arriva ad avventurarsi sulla fisarmonica e Locasciulli che, di tanto in tanto, torna alla chitarra-vecchio-amore. Funziona. Le emozioni della musica diventano immediatamente più forti della timidezza. Sono emozioni diverse da quelle che può regalare un disco o un’esibizione "live" con tanto di band. Le canzoni appaiono nude", la melodia ritrova tutta la propria purezza, la massima sincerità. Un’atmosfera quasi sempre riservata ai soli musicisti che Locasciulli e Cohen hanno deciso di svelare in una tournèe teatrale con una dimensione quanto mai sincera, intensa, ‘privata". Canzoni in concerto per voce, pianoforte, contrabbasso ed altro per riscoprire l’anima autentica della musica e delle parole di Locasciulli, e per conoscere la magia di uno dei più originali ed intensi contrabbassisti del panorama musicale mondiale: Greg Cohen.

 

LOCASCIULLI & GREG COHEN.

NASCITA DI UNA COLLABORAZIONE E DI UN’AMICIZIA.

Chi ama Tom Waits non può non conoscere e non apprezzare Greg Cohen. Da molti anni, infatti, il contrabbassista californiano è considerato il braccio destro di Waits, con il quale collabora assiduamente non solo come strumentista (in concerti "uve" ed in sala di registrazione), ma anche come autore ed arrangiatore di diversi brani. Per il primo e, fino ad ora, unico concerto in Italia Waits aveva scelto la formula del duo presentandosi, appunto con Greg Cohen; il palcoscenico era quello del Club Tenco a S. Remo, nel 1986. Anche Locasciulli si presentava in quella edizione in coppia con Enrico Ruggeri. Durante le prove Waits voleva avere una idea esatta dell’acustica del Teatro Ariston, così scese in platea lasciando il pianoforte a Locasciulli che si mise ad improvvisare "Foreign Affair" (una vecchia canzone di Waits), naturalmente accompagnato dal contrabbasso di Greg Cohen. Emozionante. Semplice. Magico. Tanto che a distanza di più di due anni Locasciulli ha voluto come principale collaboratore per la stesura e la realizzazione del suo ultimo album "Adesso glielo dico" proprio Greg Cohen. E i risultati sono tangibili: "Adesso glielo dico" è forse il miglior lavoro di Locasciulli, e l’apporto di Cohen è stato qualcosa che è andato oltre la semplice professionalità. Strano ma vero, un cantautore di origine abruzzese e un contrabbassista californiano hanno scoperto molti punti di contatto, matrici cultural-musicali simili e tanta voglia di far musica insieme. Il recitai in duo è conseguenza naturale di tutto questo. La preparazione dello spettacolo si èsvolta tra Roma ed Amburgo, dove ultimamente Greg Cohen si trovava per lavoro.

 

GREG COHEN

Nato a Los Angeles 37 anni fa, Greg Cohen attualmente vive nel New Jersey. Innumerevoli le sue partecipazioni sulla scena jazz newyorkese, dalle performances con la band di Woody AIlen alle collaborazioni ed arrangiamenti con i celebri Up-Town Horns.Continua la collaborazione con Tom Waits. Lo scorso anno Cohen ha partecipato all’opera teatrale ed al film Big Time" suonando anche nell’album omonimo del quale ha firmato (insieme a Waits) un brano ("Straight to the top"). Oltre al jazz e alla canzone Cohen continua il suo lavoro di ricerca in tutti i campi musicali affron-tando diversi universi culturali. Dagli arrangiamenti sul disco "Lost in the stars", dedicato alle canzoni di Kurt WeiI, alla produzione ed arrangiamento dell’album di Dagmar Krause ("Tank battles") che ripropone le canzoni politiche ed antinaziste di Hanns Eisler, uno dei più grandi compositori tedeschi degli anni trenta. Dalla realizzazione dell’ultimo disco del musicista ungherese Peter Ogi (ormai trapiantato negli Stati Uniti) alla collaborazione col violinista algerino Djamel Ben Yelles, fino al recente impegno di arrangiamento e direzione orchestrale per l’opera teatrale ‘The black Rider" scritta dal grande poeta americano William Burroughs, con le musiche di Tom Waits e con la direzione di Robert Wilson con a cui regia è stata trionfalmente rappresentata, di recente, l’opera "Faust" alla Scala di Milano. Al fianco di HaI Wilner, infine, Greg Cohen sta curando ta realizzazione di un album compilation dedicato alla memoria di Charlie Mingus ed interpretato da vari grandi artisti. In Italia, finora, Cohen ha suonato solo due volte: nel 1986 a San Remo nell’ambito della rassegna del Club Tenco, appunto con Tom Waits, e nel 1988 al Jazz Festival di Messina con la New York Jazz All Stars.

 

LOCASCIULLI

Ho immaginato di entrare in un negozio, una di quelle vecchie botteghe di paese che profumano di tutto perché hanno di tutto. Sapete, uno di quegli empori che ci ricordiamo da bambini, dove sembra che la pubblicità non abbia mai messo piede, dove tutto ciò che si vende è puro, dove si domanda e si esce soddisfatti. Con esattamente ciò che si desiderava. Ecco, in questa bottega ho immaginato di chiedere: "mi dia un uomo". E zac, eccolo: Locasciulli. Proprio un uomo. Non è poco. Cosa si può raccontare, cosa si può aggiungere su qualcuno che "è" esattamente come sembra? Locasciulli è scopertamente interprete di se stesso, si racconta facile facile, a cominciare naturalmente dalle sue canzoni, dove c’è tutto ciò che serve per scoprire le sue verità, le sue reticenze, la sua pudicizia. Tenerezze di una personalità ruvida. Per saperne qualcosa di più basta guardare come si muove, sopra un palcoscenico o per la strada... non c’è quasi differenza. Locasciulli ha sempre quel suo modo d’andare "un po’ così", che non si capisce mai se arriva o se parte; sempre quell’espressione dispersa su una faccia piena di segni, e naso, e occhi. Un’espressione che ho visto ben definita soltanto al di sopra di un camice bianco tra le corsie dell’ospedale. Assolutamente perfetta: l’espressione di un uomo che va a letto ogni sera dopo Carosello. E invece non dorme mai. Anzi, adesso che ci penso, mi sembra di non aver mai visto un letto in casa Locasciulli. Fachiro o riservato fino in fondo? Chissà... Comunque deve dormire davvero poco, sennò come farebbe a fare anche il medico? Questa è una delle cose di cui non parlerà mai nelle sue canzoni, ed è un riserbo che dice molto di Locasciulli. Uomo e musicista. Per lui la musica non è mai scivolata nel "mestiere"; è rimasta sempre e soltanto autentica passione.